La dialisi è un trattamento che sostituisce in parte la funzionalità renale quando molto compromessa. La dialisi permette infatti di rimuovere le tossine (funzione depuratrice) direttamente dal sangue (emodialisi) oppure indirettamente mediante il liquido peritoneale (dialisi peritoneale) utilizzando come filtro la membrana peritoneale che è un “involucro” che avvolge gli organi della cavità addominale. L’alimentazione ha un ruolo importante in tutte le fasi dell’insufficienza renale cronica e sebbene con l’inizio della dialisi, la dieta diventi più libera, lo stesso trattamento dialitico può influenzare i fabbisogni di nutrienti. Pertanto, l’intervento dietetico ha lo scopo di limitare l’assunzione di alcuni nutrienti specifici, per evitarne l’accumulo, e allo stesso tempo di soddisfare le richieste energetiche e nutrizionali. Inoltre, nel soggetto in dialisi sono importanti l’apporto di liquidi e la loro eliminazione attraverso la dialisi. Quando i reni sono malati non riescono ad eliminare in modo adeguato i liquidi che introduciamo con gli alimenti (zuppe, minestre, frutta, verdura, latte, tè, tisane, bevande in genere, gelato etc). Se questi rimangono nell’organismo provocano aumento di peso, aumento della pressione sanguigna, gonfiore alle gambe. Il controllo dei fluidi corporei è importante per controllare la pressione arteriosa, il buon funzionamento dell’apparato cardio-respiratorio e per tollerare meglio la seduta emodialitica. Durante la seduta dialitica la rimozione rapida di liquidi può favorire un abbassamento della pressione, provocare crampi, aritmie etc. Inoltre, durante il trattamento dialitico è possibile andare incontro a malnutrizione. Le cause possono essere:
Inadeguata introduzione di nutrienti. La nausea e la alterata percezione del gusto che rappresentano sintomi frequenti possono indurre riduzione dell’appetito nel paziente dializzato; malattie concomitanti: spesso i pazienti dializzati presentano altre malattie croniche (es. patologie autoimmuni, cardiopatie) o acute che portano ad un aumentato fabbisogno energetico e di nutrienti; rimozione, attraverso la dialisi, di nutrienti fondamentali come aminoacidi e proteine, perdita di vitamine del gruppo B (B1, B2, B6), acido ascorbico e acido folico; aumento dei livelli di fosforo nel sangue (iperfosforemia) che è un’importante problema in corso di dialisi.
L’alimentazione in questi casi ha la funzione di nutrire l’organismo ma anche di migliorare la qualità di vita del soggetto in dialisi, permettendo di ridurre alcuni dei sintomi ad essa associati quali stanchezza, crampi, insonnia. Gli obiettivi della dieta durante l’emodialisi diventano quindi: prevenire la malnutrizione, mantenere un buono stato nutrizionale, introdurre un corretto apporto di proteine e vitamine, controllare l’assunzione di liquidi, controllare l’assunzione di sali minerali come sodio, potassio, calcio e fosforo. Per la gestione ottimale della persona in emodialisi è opportuno che il paziente sia seguito da un dietista esperto col supporto di un team motivato per assicurare il raggiungimento e/o il mantenimento di uno stato nutrizionale soddisfacente. Pertanto quelle di seguito fornite rappresentano solo indicazioni di massima – basate sulle Linee-Guida Italiane delle Società di Nefrologia e di Dietetica e Nutrizione Clinica. La loro applicazione è da limitare ai soli casi in cui non vi sia la possibilità di essere seguiti da un dietista all’interno del team nefrologico. Questi consigli dovranno essere tassativamente approvati ed adattati alla situazione individuale da parte del Nefrologo Curante.